Che cos’è il teatro?
Tante cose si possono dire ma solo una è precisa e sintetica (proprio come dovrebbe essere il teatro): Il teatro esiste quando qualcuno ha una storia da raccontare e qualcun altro è disposto ad ascoltarla.
E sembrerebbe semplice se non fosse che per suscitare questo desiderio di essere ascoltati bisogna aver maturato una buona consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità di “comunicatori”. Non basta sicuramente il talento a far destare l’attenzione di qualcuno. Esistono dei metodi, esistono degli esercizi, esiste, insomma, la tecnica.
Imparare a capire qual è la potenzialità del corpo e della voce, imparare a capire fino dove arrivare, fa parte del lavoro dell’attore.

Mettersi in gioco sapendo dove si è.
Perdersi nella foga creativa, sapendo che sotto c’è un materasso che ci sostiene e ci protegge. La tecnica.
Controllare e perdere il controllo.
Tenersi e lasciarsi andare.
Ecco il gioco.

Noi proveremo a lavorare sulla nostra CREDIBILITA’ e sulla nostra POTENZA sia vocale sia fisica.
Lavorando contemporaneamente su qualcosa di molto importante: il RITMO.
Di conseguenza ci avvicineremo allo studio dei personaggi. Solo un approccio, perché il lavoro, lungo e complesso, avrebbe bisogno di più tempo.
Infine proveremo a lanciare la fantasia dalla finestra senza paura che si sfracelli.

Proveremo ad avere una buona coscienza dell’altro, comprendendo in questo “altro” tutto ciò che ci circonda: lo spazio, i suoni, le persone. Imparando così a conoscere le proprie possibilità creative, confrontandosi a volte con le proprie difficoltà, i limiti, la personale paura di esporre i propri corpi e le proprie emozioni davanti agli “altri”.
Per riuscire a rendere credibile la nostra recitazione senza perdere né intenzione né energia né volume.

Cercheremo, con la poetica del “tutto è possibile” (almeno qui), di GIOCARE CON COSCIENZA.
Lavoreremo sui punti di vista. Rispetto a un ricordo o a una visione.
Lavoreremo sull’ascolto, sull’intesa.

Marcela Serli

Marcela Serli Nata a Tucuman, in Argentina, di madre libanese e padre istriano. Laurea cum laude in Lingue e Letterature Straniere con una tesi di Drammaturgia Contemporanea (sulla resistenza “artistica” degli autori di teatro argentini alla dittatura) all’Università di Trieste.
A dicembre 2010 vince il Premio alle Arti Sceniche “Dante Cappelletti” con “Variabili Umane”, spettacolo sull’identità di genere.
Nel maggio 2009 vince il Premio “Emergenze 2009” per la Provincia di Massa Carrara e il Primo Premio“I racconti dell’Isola”, Isolacasateatro (Milano) con “Me ne vado”, monologo scritto e interpretato da lei.
Nel 2011 ha debuttato con “Buonanotte mamma” di Marsha Norman, regia di Serena Sinigaglia, Teatro Stabile La Contrada.
Realizza come attrice “Alla ricerca dello zio coso” tratto dal romanzo di Alessandro Swed, per la regia di Alessandro Marinuzzi, prodotto dal Teatro Club di Udine e con “1989: crolli” e “1968” per la regia di Serena Sinigaglia. E come regista con “All’amore io ci credo” prodotto dall’ATIR, “Moana porno devolution”, Compagnia degli Incauti e “Trilogia con muro, borsa e bambino” prodotto dal Teatro Stabile La Contrada.