solo con(tro) tuttiLaboratorio teatrale con l’attore Maurizio Zacchigna sull’arte del monologo
Recitare da soli sulla scena è un’esperienza importante che ogni attrice e attore, prima o poi nella sua carriera, desidera sperimentare. Il monologo è una forma relativamente contemporanea nella drammaturgia. Ovviamente esistono i grandi monologhi inseriti nelle tragedie, nei drammi e nelle commedie storiche, ma l’accezione che si usa oggi ha spesso un significato diverso, non più ascrivibile a quelle tradizioni. Semmai, il monologo contemporaneo ricorda maggiormente la tradizione dei cantastorie anche se , naturalmente, non può fare a meno di considerare le forme attuali della comunicazione. Anche oggi l’artista ha la necessità di disporre di una grande versatilità espressiva anche se sarebbe pericoloso pensare al monologo come al momento in cui usare tutte le frecce del proprio arco. Guai a fare i fuochi di artificio per dimostrare quanto si è bravi. Si deve usare solo quel che serve. Ma quello bisogna avercelo.
Approfittando della mia presenza al teatro Primo di Villa San Giovanni con lo spettacolo BUONE VACANZE, che più che un monologo definirei un a solo teatrale, intendo sfruttare le sue caratteristiche specifiche per avvicinare gli allievi a questa forma di teatro. Dentro vi si trova il monologo tradizionale dove l’attore interpreta un personaggio narrante, c’è poi la spartizione dell’attore tra personaggi diversi che interloquiscono tra loro e infine c’è la forma dialogata senza un interlocutore fisico, insomma c’è materiale a sufficienza per un’immersione piena nelle difficoltà e nei piaceri dello stare in scena da soli.

A presto, Maurizio Zacchigna

Maurizio Zacchigna si è formato nella capitale sia con registi provenienti dalla famosa avanguardia come Michele Francis e Carlo Quartucci, sia con il teatro di sperimentazione (Frattaroli, Solari-Vanzi). Per anni poi ha lavorato con la regista Sharoo Keradmand. Nel 1997 torna a Trieste dove lavora per tre anni consecutivi con Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, sotto la direzione di Antonio Calenda. Contemporanemante inizia nel ‘98 un rapporto di collaborazione con la Contrada che dura a tutt’oggi. È stato tra gli interpreti diBallando con Cecilia di Pino Roveredo, per la regia di Francesco Macedonio, spettacolo tra i più segnalati nel 2001 all’Arte Festival di Todi e al Mittelfest di Cividale del Friuli.

Nelle ultime stagioni con la compagnia della Contrada ha recitato nelle commedie in triestino L’ultimo carnevàl di Tullio Kezich,Zente refada di Giacinto Gallina, Sariandole e Tramachi di Roberto Curci, Remitùr di Ugo Vicic, tutte per la regia di Francesco Macedonio.

Quest’ultimo lo ha diretto anche nelle produzioni destinate alle tournée in ItaliaEcco un uomo libero!, prima trasposizione italiana di Enter a free man di Tom Stoppard, I rusteghi di Goldoni, I ragazzi irresistibili di Neil Simon.

È stato protagonista di Mia fia di Gallina, per la regia di Mario Licalsi, di Capriole in salita di Pino Roveredo e di Fuori i secondi di Enrico Luttman per la regia di Macedonio e ha interpretato quattro ruoli diversi in Capitano Ulisse di Alberto Savinio, diretto da Giuseppe Emiliani e presentato al  40° Festival di Teatro della Biennale di Venezia.

Recentemente ha interpretato e firmato la regia degli spettacoli Dittico sveviano da Italo Svevo e L’aberrazione delle stelle fisse di Manlio Santanelli, ambedue prodotti dalla Contrada.

Ha interpretato e diretto numerose pièces di “Teatro a Leggìo” organizzate dall’Associazione Amici della Contrada ed è stato protagonista di tutte le produzioni della rassegna “Serate Sveviane” ispirate alle figure e alle opere di Italo Svevo e James Joyce: Terzetto spezzato, Ulisse, ovvero tu mare grega, Gli Ulissidi, La verità, La rigenerazione, L’avventura di Maria, Atto unico, Un Marito, Le ire di Giulianoe Inferiorità, per la regia di Elena Vitas, Antonio Salines, Francesco Macedonio, Sabrina Morena e Ulderico Manani.

Collabora stabilmente con la RAI di Trieste e con il Festival dell’Operetta del Teatro Verdi.

Dal 2005 è insegnante di propedeutica e di recitazione presso l’Accademia teatrale “Città di Trieste”, la scuola di teatro della Contrada.

Ha anche diretto gli spettacoli di Teatro per Ragazzi Cappuccetto Rosso,Hansel&Gretel e Cenerentola e ha curato i progetti speciali Casanova. L’amante amato, Una specie di Alaska, Richard Burton, console inglese e Stendhal, il carbonaro che amava le donne.

Dal 1994 conduce, prima a Roma e poi a Trieste, decine di laboratori teatrali.

È anche autore e interprete del monologo L’eredità dell’ostetrica pubblicato dalla Manifestolibri.

Oltre all’impegno teatrale ha all’attivo numerose partecipazioni a film e fiction televisive.

Maurizio Zacchigna: Sito web

15-16-17 aprile 2015 
Sala Teatro Primo